È di qualche settimana fa la notizia interessante pubblicata dalla nota rivista Current Biology dove viene enunciata una teoria che, se…
Arriva dall’ Australia la decodifica del linguaggio neonatale, scopriamo come
La scienza sempre più spesso ci regala dei piccoli progressi nel comprendere i primi mesi di vita del piccolo che arriva a casa dopo il parto.
Il neonato ha come modo di esprimersi solamente due canali, la mimica facciale e il pianto.
Specie per le primipare comprendere il disagio che sta vivendo il bambino può essere una vera e propria frustrazione, anche se con il tempo l’ istinto materno la farà da padrona e riuscirà a comprendere tutto (o quasi tutto) il repertorio del proprio figlio legato alle sue esigenze.
Cerchiamo di comprendere i diversi tipi di pianto e, in base alla scienza, dargli un significato.
Pianto n. 1: Mamma e Papà dove siete?
È un pianto legato all’ abbandono.
Classico quando viene riposto nel lettino, sdraietta ecc. il bambino emetterà un pianto intermittente graduale che, se non soddisfatto, diverrà dirompente.
Il consiglio? Nel primo semestre specialmente, cercate di avere il vostro bambino a contatto, magari attraverso il Babywearing che vi permetterà di avere il piccolo attaccato a voi, e di lavorare liberamente (avendo le mani libere).
Pianto n2: Mamma quando si mangia?
Molto simile al pianto precedente solamente che diventa più rapidamente inconsolabile se non con l’alimento.
Il consiglio? Cercate di allattare a richiesta e di anticipare questo comportamento.
Pianto n. 3: Ho male
È un classico dolore legato al Reflusso o alle Coliche neonatali o Stipsi.
Questo pianto è interminabile che sfianca il vostro bambino e spesso porta con se agitazione psicomotoria.
Il consiglio? Una valutazione osteopatica spesso è un ottimo “calmante per il bambino”
Pianto n4: Mamma e Papà ho sonno
E’ uno tra i pianti più frustranti nella coppia genitoriale.
Il bambino mette in atto un pianto dirompente che si placa solamente quando sopraggiunge il sonno che spesso arriva solo dopo ore di urla disperate.
Uno dei segni che ci fanno comprendere che è il sonno che manca è quando il bambino, in modo inconscio, si strofina gli occhio o tocca le orecchie.
Il consiglio?
Cercate di abituarlo al ritmo circadiano, quindi momento luce e momento buio, ambiente soft.
Utile anche la valutazione Osteopatica.
Quindi in sintesi, ogni pianto ha un suo perché e ogni Mamma e Papà con il tempo impara a riconoscerlo.
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